Sebbene parliamo di risultati ancora immaturi al momento, diversi studi stanno portando avanti la tesi secondo cui il Covid-19 arrecherebbe danni alla fertilità maschile, in particolare agli spermatozoi.

Il tema sembra essere molto interessante, considerando il calo delle nascite degli ultimi anni, che dovrebbe proseguire nel biennio 2020-2021, a causa di paure sociali generate dall’emergenza Coronavirus.

 

Relazione tra Covid-19 e spermatozoi. Cosa dice la ricerca

Il Covid-19 può avere un effetto dannoso sulla fertilità maschile? A rispondere al quesito ci hanno pensato due ricercatori della Huazhong University of Science and Technology di Wuhan che, in uno studio pubblicato a marzo 2021 sulla rivista Reproduction, hanno confermato che l’infezione da Covid-19 potrebbe danneggiare la qualità degli spermatozoi e ridurre la fertilità maschile.

Lo studio ha comparato 84 pazienti con diagnosi di Covid-19 con 105 soggetti sani, eseguendo analisi ogni 10 giorni con un follow up dopo 60 giorni dalla guarigione.

Nei soggetti con Covid-19 i marcatori di stress ossidativo nelle cellule spermatiche sono risultati di gran lunga maggiori rispetto ai soggetti sani.

Tali alterazioni tendono a perdurare nel tempo e si manifestano congiuntamente a significative alterazioni dello stato degli spermatozoi, relativamente a volume, motilità, morfologia, concentrazione e numero.

A quanto pare il virus, entrando nell’organismo, oltre a determinare danni respiratori, causa processi infiammatori, stress ossidativo, danni e morte degli spermatozoi.

Un rimedio a questa condizione può essere sicuramente il ripristino dell’equilibrio ossidativo, attraverso l’assunzione di integratori alimentari per la fertilità, che agiscono in maniera naturale contrastando l’azione dei radicali liberi.

 

Covid-19 e infertilità maschile. Il danno è irreversibile?

Questi effetti del Covid-19 sulla fertilità maschile si possono manifestare durante la malattia e nel periodo immediatamente successivo alla guarigione, ma potrebbero durare in maniera significativa per tempi più lunghi con un’intensità direttamente proporzionale alla severità con cui si è manifestata la malattia.

Quindi, sulla reversibilità del danno nessuno può ancora esprimersi definitivamente.

Il consiglio per gli uomini che hanno sofferto di Covid-19 è di monitorare i parametri di fertilità effettuando visite specialistiche anche dopo la scomparsa del virus, in quanto potrebbero aver sviluppato uno stato transitorio di infertilità in grado di causare problemi riproduttivi più seri in futuro.

 

Relazione tra Covid-19 e infertilità maschile: invito alla cautela

Naturalmente non mancano critiche e osservazioni da parte di molti studiosi non coinvolti in questa ricerca, i quali non negano a prescindere una possibile connessione tra il Covid-19 e l’insorgere dell’infertilità negli uomini, ma invitano alla cautela sull’argomento, considerando che:

  • Ogni infezione virale, come una banale influenza, può temporaneamente incidere sulla qualità del liquido seminale
  • Il Covid è una malattia troppo recente per poter arrivare a conclusioni significative in merito ai suoi effetti a medio / lungo termine
  • Non ci sono prove della presenza di virus nello sperma e non ci sono prove che il virus possa essere trasmesso attraverso lo sperma

I risultati di questo studio, ritiene Pacey, professore di andrologia presso l’Università di Sheffield nel South Yorkshire, Regno Unito, potrebbero essere dovuti ad altri fattori, quali i farmaci utilizzati per trattare il virus, come tra l’altro riconosciuto anche dagli autori dello studio nel loro lavoro.

In conclusione, i dati di questa ricerca risultano importanti per sensibilizzare la comunità scientifica, in modo che certe connessioni con il Covid-19 siano indagate affinché siano più chiari gli effetti che questa malattia può portare nel medio / lungo termine.

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