Che l’inquinamento atmosferico sia deleterio alla salute e in particolare alle vie respiratorie è risaputo, ma che esso metta a serio rischio anche il concepimento è un allarme che le ricerche degli ultimi anni hanno pian piano attivato.

Uno studio cinese del gennaio 2021 e pubblicato sulla nota rivista The Guardian, ha indicato proprio l’inquinamento come una delle cause di infertilità maschile e femminile.

La ricerca, coordinata da Qin Li, ricercatore del Centre for Reproductive Medicine dell’Università di Pechino, ha considerato 18.571 coppie cinesi, approdando ai seguenti risultati: le donne esposte ad un inquinamento da particolato atmosferico superiore ai 10 microgrammi per metro cubo possono correre un rischio di infertilità aumentato del 20% rispetto a quelle che non subiscono tale esposizione.

L’incidenza dell’inquinamento non è stata propriamente quantificata, ma ciò che è certo è che ovuli e spermatozoi possono subire danni a seguito di un’esposizione costante a polveri sottili.

 

L’infertilità maschile causata anche dall’inquinamento?

Alcune ricerche si sono focalizzate in maniera specifica sulla relazione tra inquinamento e infertilità maschile. È questo il caso dello studio italiano coordinato da Luigi Montano, uro-andrologo della ASL di Salerno e presidente della SIRU (Società Italiana di Riproduzione Umana) e pubblicato su Environmental Toxicology and Pharmacology.

Dallo studio si evince che alcune sostanze inquinanti possono addirittura modificare la struttura del DNA degli spermatozoi, creando danni non solo ai soggetti esposti a sostanze inquinanti, ma anche alle loro generazioni future.

In cosa consiste questa ricerca? Sono stati considerati i livelli di inquinamento atmosferico in zone particolarmente inquinate e sono stati confrontati i dati raccolti con i livelli di frammentazione del DNA spermatico (causa di molti problemi di fertilità e di sviluppo embrionale) di centinaia di adulti maschi sani, non fumatori, non bevitori abituali, non consumatori di droghe, residenti da almeno 5 anni in aree con diversi gradi di rischio inquinamento. Dallo studio è emerso che tale frammentazione è significativamente più elevata nei soggetti provenienti dalle zone inquinate rispetto agli altri.

È interessante notare che, se nel sangue dei soggetti monitorati non è emersa una presenza significativa di metalli pesanti, nel loro liquido seminale si è addirittura registrato un accumulo di tale sostanze; inoltre, gli spermatozoi risultavano pochi di numero, meno mobili, meno vitali e con danni derivanti da stress ossidativo.

 

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La ricerca conferma la relazione tra inquinamento e infertilità femminile

Per quanto concerne l’influenza che l’inquinamento può avere nel causare l’infertilità femminile, facciamo riferimento a uno studio del 2012 condotto dall’Institut Marquès de Barcelona su un campione di donne di età inferiore ai 40 anni, da cui è emersa una notevole correlazione fra inquinamento ambientale e infertilità femminile: l’80% delle donne con ciclo mestruale regolare non riesce a rimanere incinta a causa di tossine o altre sostanze inquinanti, che si sono accumulate nel loro organismo con il passare degli anni; il restante 20% deve la propria infertilità a fattori genetici.

Marisa López-Teijón, coordinatrice della ricerca, ha anche evidenziato che il rapporto fra inquinamento e infertilità femminile è prenatale, in quanto “Entro i primi 5 mesi il feto femmina già contiene tutta la propria riserva ovarica e, se nel grasso della madre si accumulano troppe tossine, questa riserva diminuirà e avrà una qualità inferiore”.

In conclusione, è facile comprendere che gli effetti dell’inquinamento possono essere deleteri non solo per l’ambiente, ma anche per l’uomo.

Nello specifico, per le coppie che desiderano una gravidanza è importante seguire uno stile di vita sano, esponendosi il meno possibile a fonti di inquinamento e seguendo una dieta equilibrata associata anche all’assunzione di integratori per la fertilità.

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